4 Settembre 2018
Sei possibili storie, non una di più

Avete presente quella sensazione di déjà vu quando guardate un film, o leggete un libro? Potrebbe non essere solo un’impressione: alcuni studi hanno dimostrato che ci sono solo sei trame ricorrenti alla base della maggior parte delle storie che conosciamo.

Vladimir Propp lo aveva già spiegato: se osserviamo le fiabe popolari, possiamo riconoscere una serie di elementi narrativi che si ripetono da un testo all’altro, incluse le tipologie e le funzioni dei personaggi, a cui tutti gli autori si rifanno. Più recentemente, un gruppo di ricercatori del Computational Story Lab dell’Università del Vermont ha applicato alcune innovative tecniche di analisi testuale a oltre 1.700 romanzi inglesi, scoprendo che esistono soltanto sei possibili schemi – una sorta di archetipi – dietro qualsiasi costruzione narrativa. Interessante notare che lo studio ha integrato alcuni elementi relativi al sentiment dei testi, lavorando con gli stessi strumenti e metodologie che nel marketing vengono usati per valutare il tono della copertura media o dei post sui social.

Potremmo divertirci insieme a BBC Culture nel selezionare alcune delle storie più celebri di tutti i tempi e vedere in azione la teoria delle sei trame. Scopriremmo così che la Divina Commedia di Dante esemplifica lo schema chiamato ‘Dalle stalle alle stelle’, raccontando il viaggio immaginario del poeta dall’inferno al paradiso, dall’avversa alla buona sorte. In Madame Bovary di Gustave Flaubert riconosciamo invece la trama opposta, ‘Dalle stelle alle stalle’, con la protagonista che cade dalla fortuna alla disperazione, fino al tragico finale. Il format ‘Icarus’ prevede un’ascesa e una ripida discesa, come William Shakespeare ha voluto in Romeo e Giulietta.

Prendiamo Frankenstein di Mary Shelley per capire come funziona ‘Oedipus’, con una caduta seguita da una risalita, poi di nuovo una discesa. Lo schema ‘Cinderella’ – ascesa, caduta, risalita – si ritrova nell’omonima fiaba, ma anche nelle sue rivisitazioni moderne come la commedia romantica Pretty Woman. Infine, l’opera di Jane Austen Orgoglio e Pregiudizio appartiene alla tipologia ‘Man in a hole’ e mostra una dinamica del tipo discesa-risalita. Secondo di ricercatori dell’Università del Vermont, rappresentando ogni storia su un grafico, potremmo ottenere una curva che mostra l’evoluzione emozionale di ogni romanzo, film o dramma costruito su quello schema.

Dobbiamo prendere la teoria delle sei trame come definitiva in fatto di storytelling? Probabilmente no, ma questo è un altro indizio del fatto che non occorre reinventare la ruota per creare una buona storia.

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