Due scandali hanno recentemente minacciato di scuotere le fondamenta delle grandi corporation: il Dieselgate e Cambridge Analytica. Ma chi si aspettava di vedere le due aziende coinvolte colare a picco è rimasto deluso. I dati mostrano vendite record per Volkswagen e un aumento dell’utilizzo di Facebook.
Ciò è dovuto, a mio parere, alla difficoltà di focalizzarsi su qualsiasi cosa che non sia di breve periodo: pensare che un settore economico possa andare a gambe all’aria in un instante è come aspettarsi che una superpetroliera faccia una virata in uno schioccar di dita.
Nel grafico qui sotto ho provato a stimare il valore del mercato italiano dell’automotive (in miliardi di Euro all’anno) e ho concluso che la trasformazione legata alla mobilità elettrica farà probabilmente sparire 37 dei 150 miliardi indicati, ma anche riallocare circa 30 dei restanti.
67 miliardi di euro cambieranno mano (finiranno nelle tasche dei consumatori o si muoveranno da un segmento all’altro) e questo solo in Italia, che rappresenta il 2,4% del mercato mondiale. Si tratta di un cambiamento che richiederà un sacco di tempo.
Non so onestamente valutare il corrispondente terremoto che si è scatenato su Facebook, ma non mi aspetto che possa avverarsi in un mese o un anno. L’Ufficio del censimento USA ci dice che la quota dell’e-commerce sul totale delle vendite al dettaglio era pari allo 0,5% alla fine del 1999, poi del 3,8% nel 2007 e del 10,5% nel 2017 – poco sopra il 10% e stiamo già strillando come per l’Armageddon.
Mio padre ha lavorato nel settore petrolifero e mi ha raccontato qualche storia a proposito di petroliere. Mi ha spiegato che i migliori capitani cominciano a virare prima ancora di vedere il porto. Mi ha detto anche che, quando la manovra è cominciata, niente sulla Terra può fermarla.
