A tutti piacerebbe un capo empatico, capace di ascoltare. Grazie alle neuroscienze, le aziende possono migliorare lo stile di leadership e la comunicazione interna.
Mentre cresce l’utilizzo del neuromarketing per comprendere meglio i comportamenti dei consumatori e come intercettare le loro emozioni, sempre più i principi delle neuroscienze vengono usati per indagare le relazioni sul posto di lavoro, in cerca di nuovi strumenti per migliorare il clima interno, aumentare il coinvolgimento e la motivazione delle persone.
Celebre il caso di ATM, l’azienda di trasporti che insieme all’Università Cattolica di Milano ha applicato le neuroscienze all’analisi di alcune dinamiche organizzative, in particolare quelle che si attivano tra capo e collaboratore durante i colloqui di valutazione dei risultati individuali. È in genere un momento dal forte contenuto emotivo, che può mettere a disagio tanto chi giudica, quanto chi viene giudicato.
Il progetto di ATM ha visto una prima fase in cui sono state registrati i colloqui per fare una mappatura semantica delle conversazioni, andando cioè a isolarne gli argomenti, i toni e le correlazioni. Successivamente, è stato chiesto un gruppo di volontari di sottoporsi al colloquio indossando delle attrezzature adatte a misurare la loro attività cerebrale tramite un encefalogramma, e alcuni parametri come la frequenza cardiaca e la conduttanza cutanea. L’obiettivo era quello di verificare in quali condizioni le due persone – o meglio i loro cervelli – si sintonizzano l’uno sull’altro, ovvero scatta una reale empatia fra capo e collaboratore.
Gli esperimenti hanno dimostrato che la migliore sincronia cerebrale si realizza quando il capo tende ad avere un atteggiamento partecipativo, quando si parla di progetti futuri e condivisi, quando la valutazione non è il fine della conversazione, ma solo il punto di partenza. Non si tratta certo di conclusioni sorprendenti, ma la disponibilità di evidenze scientifiche rende il progetto particolarmente interessante.
La rielaborazione dei risultati ha tra l’altro permesso ad ATM di modificare alcuni elementi del processo di valutazione dei dipendenti, introdurre nuove attività di formazione a supporto della leadership, migliorare più in generale la comunicazione interna.